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Paesaggi istantanei, 13-15.10.2009 Cavallerizza/Reale Manica Corta, Torino

Il terreno di ricerca dal quale nascono le sculture di Paola Anzichè è un orizzonte ampio che dall’arte visiva si apre anche alla danza sperimentale, alla moda all’architettura e al design. Un’inconsueta idea di movimento, passaggio e attraversamento è invece l’idea che l’artista propone in ogni azione e che si presenta ogni volta come un’esperienza di relazione, una pratica per attivare energie, una possibilità di cambiamento. La situazione di moto ideata per Opening da Paola Anziché è una rivisitazione, studiata appositamente per la Compagnia dell’Esperia, di Aggrovigliamenti: omaggio a Lycia Clark (2008) presentata la scorsa estate alla Fondazione Merz. In anni segnati dall’immaterialità e dalla virtualità, attraverso le sue ricerche l’artista propone una “malinconia del corpo” vicino alle proposizioni che l’artista brasiliana, negli anni settanta, realizzava con i suoi studenti. Una malinconia che si articola in una costante ma complessa relazione tra il corpo e il contesto che lo contiene; è infatti sempre attraverso l’interazione tra performer o danzatori e installazioni realizzate a partire da oggetti ordinari, che Paola Anziché fa scaturire infinite possibilità di forme, equilibri, percorsi, skyline fragili e temporanei. Spostando la loro originaria funzione, dall’uso quotidiano e diffuso a un piano estetico, reti, borse e tappeti vengono ridisegnati dall’artista come strumenti visivi che richiedono sempre di essere agiti perché è soprattutto il corpo - il suo movimento, i suoi contorni- che dà struttura e forma a esperienze di breve durata che Paola Anzichè definisce come processi di scultura, architetture collettive, forme d’energia. In una rete, nata dallo studio di forme organiche e dei movimenti di alghe marine, viene indossata, attraversata, aperta alla possibilità di entrarvi, passarvi in mezzo evidenziando, nel corso di ogni singolo movimento e spostamento dei danzatori, il rifiuto per la forma definitiva, lo stato inamovibile che accompagna da sempre la definizione di scultura.