Aggrovigliamenti (Entanglement)
Un omaggio a Lygia Clark
04.08.2009 Meteorite in giardino, Fondazione Merz, Torino, Agosto 2009

ITA

Paola Anziché “cita” Lygia Clark, artista della passata avanguardia brasiliana che tra arte e psicanalisi, ha indagato lo spazio interiore cercando possibili equilibri. L’uso di alcuni mezzi, gli “oggetti relazionali” così definiti dalla Clark, creano la base dell’interazione. Una rete elastica, ad esempio, che qui Paola Anziché ricostruisce in modo certosino e aggancia ai bordi delle vasche della Fondazione. In questo spazio che ognuno può riconoscere come il proprio, alcuni ragazzi danno vita ad una performance in cui il movimento di ciascuno determinerà equilibri ogni volta diversi.
Creare una relazione attraverso un percorso che pone delle condizioni oggettive, la difficoltà di muoversi se non modificando l’ambiente che ci contiene, l’obbligo della interazione tra soggetti umani che operano a diverso titolo in uno spazio delimitato dalla relazione stessa.


L’artista titola la performance “Aggrovigliamenti”, una definizione o una possibile conseguenza del confronto tra diversi non sempre frutto di una richiesta o di un desiderio. Lo spazio intorno diventa stretto e faticoso e non certo per il numero crescente di persone, ma semmai perché viene occupato sempre più dalla non relazione tra esse. Il vuoto dell’incomunicabilità è incredibilmente ingombrante, ansiogeno e ciò che fa ripartire il meccanismo della comunicazione è l’esplicitazione del bisogno di essa, anche attraverso la rappresentazione. Definire lo spazio vitale proprio e riconoscere quello altrui è un esercizio che trova il massimo della naturalezza nella pratica quotidiana del gioco dei bambini, un istinto primario che, come molti altri, si perde per poi doverlo riconquistare.


Un giro virtuoso fatto di tentativi; di immobilismi o di gesti frenetici, di parole urlate, o di silenzi non giustificati dalla necessità della riflessione o dal semplice ascoltarsi. Si verifica ciò che il comportamento umano è in grado di determinare nel confronto con gli altri e con lo spazio intorno; tutto si muove e cambia, sotto, attraverso, sopra di noi, per ritornare al punto di partenza e ricominciare. La rete che Paola Anziché pone come tetto delle vasche, solo a un metro dal pavimento, cambia la morfologia dello spazio, cambia lo spirito di chi passandoci sotto crea piani diversi in superficie a seconda del movimento che imprime, cambia il punto di vista di chi assiste con la propria emozione alla rappresentazione di un gioco vecchio come il mondo seppure altrettanto difficile.